PSV Eindhoven – Union Saint-Gilloise: 1-3
9′ David (U) – 39′ Ait El Hadj (U) – 81′ Mac Allister (U) – 90′ Van Bommel (P)
Esordio migliore in una fase finale della Champions League non poteva essere chiesto dai tifosi dell’Union Saint-Gilloise: vittoria in trasferta e primi tre storici punti che potrebbero aprire prospettivi più rosee del previsto. Demerito anche di un PSV a cui non è mancato possesso palla e costruzione, ma è stato assolutamente fallace nella concretizzazione.
I ritmi sono alti e la legge del calcio è pronta ad entrare in azione: Saibari al 6′ fallisce clamorosamente un tap-in sul cross basso di Ruben van Bommel (figlio di Mark, ex Sittard, PSV, Barça, Bayern e Milan), e al 9′ arriva il gol su rigore (concesso per fallo ingenuo di Pepi su Burgess) di David, che è freddo nello spiazzare Kovář. La squadra belga continua a pigiare sull’acceleratore e creare azioni interessanti, ma ha notevoli difficoltà nel marcare van Bommel, che al 16′ quasi sfonda la traversa con un potente destro. La mira di Saibari non migliora al 23′, e, nonostante l’assedio e la pressione degli olandesi è costante, sono gli ospiti a rendersi pericolosi: al 31′ la zuccata di Rodriguez è troppo centrale per impensierire Kovář, poi al 39′ l’azione personale di Ait El Hadj è semplicemente inarrestabile, con il piattone destro che dà al pallone una traiettoria vincente dopo un bacino al palo interno.
Anche a inizio ripresa sono gli unionisti a rendersi pericolosi con Kovář che deve superarsi su un tiro a giro di Rodriguez, poi giunge la prima parata di Scherpen al 53′ su un diagonale debole di Pepi, prima di un nuovo erroraccio sotto porta di Saibari, che in spaccata manda altissimo da due passi sul cross basso del subentrato Til. Iniziano i cambi e la partita prosegue senza particolari emozioni – e con comunque i belgi maggiormente incisivi e pericolosi rispetto agli olandesi – fino a quando il cronometro segna il minuto 81, quando arriva lo 0-3: è Mac Allister a insaccare da due passi dopo la torre di Rodriguez.
A rovinare (leggermente) la festa ospite, ci pensa van Bommel che, da rapace d’area di rigore, sfrutta l’errato disimpegno aereo di Van De Perre su un lob illuminante di Wanner.
Certo, il PSV è stato sfortunato (soprattutto in occasione della traversa di van Bommel), ma grande merito va dato all’Union Saint-Gilloise, che ha dimostrato un’inaspettata maturità nella gestione del match, una volta che si era ben incanalato.
Spettacolarità – 60/100
Juventus – Borussia Dortmund: 4-4
52′ Adeyemi (B) – 63′ Yildiz (J) – 65′ Nmecha (B) – 67’/ 90+4′ Vlahovic (J) – 74′ Couto (B) – 86′ Bensebaini (B) – 90+6′ Kelly (J)
La Juventus non riesce a far valere il fattore campo contro il Borussia Dortmund, in una partita in cui le difese si sono dimostrate tutt’altro che perfette.
I calciatori di Tudor avevano avuto un impatto migliore con la partita, seppur in un primo tempo in cui le occasioni sono state veramente scarse. Al 4′ una insidiosa conclusione dalla distanza di Thuram viene deviata da un difensore e messa in angolo da un attentissimo Kobel, con Kelly che fallisce la zuccata da buona posizione sul corner seguente. Prova ad entrare in partita anche Openda, che prima cerca senza fortuna un gol acrobatico (anche in questo su sviluppi di tiro dalla bandierina) e poi sporca i guantoni di Kobel. Fin qui sembrava la classica partita da 0-0, o magari una di quelle che vengono decise da una singola occasione, ma nella ripresa cambia tutto! A stapparla è il rasoterra mancino di Adeyemi che al 53′ non lascia scampo a Di Gregorio, dopo un bel recupero palla di Nmecha e un gran lavoro da assistman di Guirassy. Tutto qui? Assolutamente no! Tra il 63′ e il 68′ ci sono ben tre reti: Yildiz prende per mano i bianconeri e lo fa con uno splendido tiro a giro “alla Del Piero” che non lascia scampo a Kobel; palla al centro e i gialloneri tornano in vantaggio, con un piattone destro dal limite di Nmecha che non lascia scampo a un incolpevole Di Gregorio; poi è ancora Yildiz a rendersi protagonista, con un perfetto filtrante per lanciare a rete Vlahović, che con il destro supera Kobel e dimostra ancora una volta che in questa stagione è letale da subentrato.
La partita però non è ancora decisa, con i tedeschi che trovano un nuovo vantaggio al 74′: Thuram perde palla in fase di costruzione, Couto prende la mira e scocca un potente e preciso rasoterra che batte un Di Gregorio tutt’altro che irreprensibile in questa situazione. Un grande intervento di Kobel nega la gioia del gol a Yildiz, con il portiere che ringrazia il palo che lo aiuta nell’occasione, poi la mazzata finale: Guirassy calcia e trova l’opposizione (dubbia) con un braccio da parte di Kelly; sul dischetto si presenta Bensebaini che spiazza Di Gregorio tenendo aperto il piattone.
Partita finita? Non ancora, perché nel recupero succede l’imprevedibile: al 94′ Vlahović insacca con la punta dello scarpino sinistro, aiutato anche dal palo, e poi, al 96′, giunge anche il pareggio zebrato con il colpo di testa in tuffo di Kelly su un cross dalla destra di Vlahović, che fissa il punteggio sul finale 4-4.
Va dato merito ai calciatori juventini di non aver mollato e aver giocato fino all’ultimo secondo con la giusta grinta e cattiveria agonistica. I tedeschi si mangiano le mani per questa ghiotta occasione persa: pesantissimo il calo di concentrazione negli ultimi minuti, che fa evaporare due punti in più che sarebbero stati molto importanti.
Spettacolarità – 85/100
Real Madrid – Olympique Marsiglia: 2-1
22′ Weah (O) – 29’/81′ Mbappe (R)
Il Real Madrid, soffrendo forse un po’ più del previsto, riesce a fare suoi i tre punti, necessitando però di due calci di rigore per avere la meglio su un buon Olympique Marsiglia.
I blancos hanno un inizio di partita molto gagliardo: Rulli deve infatti opporsi in numerosissime occasioni alle conclusioni del trio Rodrygo-Mbappé-Mastantuono, con il giovane astro nascente argentino che si vede anche strozzare la gioia del primo gol in Champions League dal palo a portiere ospite battuto. Xabi Alonso perde Alexander-Arnold per infortunio e Weah (l’ex Juventus) inizia a prendere le misure della porta e al 22′ insacca – a sorpresa – il vantaggio biancazzurro con un potente destro, scoccato dopo una rapida transizione offensiva. Mbappé e compagni non si scoraggiano e sfruttano una pesante ingenuità di Kondogbia, che stende Rodrygo in area di rigore, per trovare il pareggio: sul dischetto si presenta, manco a dirlo, proprio Mbappé, che angola quanto basta per battere Rulli, che intuisce ma non riesce a toccare. Prima del termina della frazione c’è tempo per una parata del portiere ospite su un tiro dalla distanza di Tchouameni e un’occasione fallita da Aubameyang, trovatosi uno contro uno con Courtois dopo un errore di Militão su un rinvio di Rulli.
Nella ripresa, la partita rimane viva, seppure con qualche emozione in meno, con la sfida tra Mastantuono e Rulli con continua ad essere vinta dal portiere argentino. La possibile svolta sembra giungere al 72′, quando Carvajal cade in un’ingenuità clamorosa colpendo con una testata proprio il portiere ospite: dopo revisione VAR, il rosso viene confermato.
Tuttavia, l’inferiorità numerica sembra giovare i madrileni, che riprendono a creare occasioni, soprattutto grazie alla freschezza atletica dei nuovi esterni offensivi Diaz e Vincius. Proprio il brasiliano è decisivo per il risultato, quando calcia verso la porta e trova la deviazione con una mano di Medina: dagli undici metri va nuovamente Mbappé, che sceglie lo stesso angolo precedente, con Rulli che anche questa volta intuisce ma non riesce a toccare. Greenwood prova a strappare quantomeno un punto, ma un super Courtois gli nega il pareggio all’86’, con la partita che procede poi fino al fischio finale.
Il Real Madrid raccoglie il massimo, ma dovrà probabilmente alzare l’asticella se vorrà ottenere risultati positivi anche con squadre di fascia più alta. Il Marsiglia torna in Francia con una buona prestazione e con una sconfitta dal gusto amaro: probabilmente i padroni di casa avrebbero potuto segnare maggiormente se non ci fosse stato il super Rulli di questa sera, ma sicuramente subire le due reti su calci di rigore, il primo ingenuo e il secondo sfortunato, fa male.
Spettacolarità 60/100
Benfica – Qarabag: 2-3
6′ Barrenechea (B) – 16′ Pavlidis (B) – 30′ Leandro Andrade (Q) – 48′ Duran (Q) – 86′ Kashchuk (Q)
Risultato talmente strabiliante che ha condotto all’immediato esonero di Bruno Lage. Perdere questo match dal due a zero ha effettivamente origini se non mistiche almeno difficilmente sondabili da mente umana. All’uopo è stato richiamato lo Special One che, alfine, torna nella sua competizione, nel posto che la sua carriera merita. La prossima, a Stamford Bridge, sarà un deja vu da leccarsi i baffi per gli amanti di questo sport in cui logica e ordine hanno spesso vita dura.
Tottenham – Villarreal: 1-0
4′ Luiz Junior (V)
Prendersi il massimo risultato col minimo sforzo è per tutti, ma soprattutto per le squadre inglesi, un modo perfetto per approcciare il torneo. Tra le tante squadre della Premier gli speroni non sono certo la più forte ma siamo certi che Frank si accontenterebbe anche di essere il fortunato ! Tanto più che la prossima trasferta nei fiordi potrebbe servire a blindare subito una buona posizione negli spareggi se non una qualificazione diretta che sarebbe un gran colpo.
Athletic Bilbao – Arsenal: 0-2
72′ Martinelli (A) – 87′ Trossard (A)
Incanta meno di Liverpool e City ma, al dunque, la squadra di Arteta delude raramente. Frutto non solo di campioni, che non mancano, ma soprattutto di una filosofia di gioco che Arteta ha cucito addosso ai gunners. Sul campo basco fa fatica, la faranno in tanti, ma alfine rispolvera un paio di fidati uomini del tecnico spagnolo per aprire la serratura della difesa spagnola. Anche quest’anno il viaggio della squadra londinese in Champions sarà lungo e affascinante.
Olympiacos – Pafos: 0-0
Ci aspettavamo una partita combattuta, ne viene fuori invece una con pochissime azioni degne di nota. Demerito dell’Olympiacos che non riesce praticamente mai a impensierire seriamente il portiere del Pafos, con i ciprioti che, nonostante l’inferiorità numerica, porta subito a casa il primo storico punto in Champions League.
Il primo tempo soporifero regala solamente due emozioni: dopo poco più di un minuto, il portiere locale Paschalakis fa correre un brivido lungo la schiena di tifosi e compagni di squadra quando rinvia il pallone sulla gamba di Dragomir, con traiettoria che termina di poco sul fondo; poi è Jaja – eroe della storica qualificazione dei ciprioti alla League Phase – che al 10′ scocca un mancino dal limite che risulta essere troppo centrale. I biancorossi tengono il possesso del pallone, ma non riescono a penetrare in maniera pericolosa nell’area ospite, anche dopo che i biancoblù rimangono in dieci per il doppio giallo di Bruno Felipe (26′) e perdono per infortunio l’esperienza di David Luiz (32′).
Le azioni pericolose continuano a scarseggiare anche nella ripresa, con Michael che si sporca i guantoni per la prima volta al 68′ su un tiro dalla distanza di Retsos, che lo impegna di nuovo di testa al 69′. Anche negli ultimi 10 minuti, quando ci si sarebbe aspettato un forcing finale dei greci, arriva solo una debole zuccata di El Kaabi e un tiro di Mouztakitis respinta in angolo da un difensore ospite, e un batti e ribatti in area cipriota con Goldar che respinge una potenziale conclusione pericolosa di Taremi.
Occasione persa più per l’Olympiacos che per il Pafos: oggettivamente è già un miracolo che gli ospiti siano riusciti a muovere la classifica, continuando a dimostrarsi una piacevole sorpesa!
Spettacolarità – 30/100
Bayern Monaco – Chelsea: 3-1
20′ Chalobah (C) – 27’/63′ Kane (B) – 29′ Palmer (C)
Si sapeva che il Bayern Monaco fosse una corazzata tra le mura amiche e, effettivamente, anche con il Chelsea controlla ad ampi tratti l’incontro.
La partita è viva già da subito, con Enzo Fernandez che al 7′ viene fermato da Laimer quasi a tu per tu con Neuer, poi la mira di Luis Diaz e Gnabry (tiri dalla distanza), così come quella della zuccata di Cucurella, non creano pericoli.
I padroni di casa però aumentano il ritmo e tra il 20′ e il 26′ vanno sul 2-0: per sbloccare la partita, serve una bella azione di Olise sulla corsia destra, che ubriaca di finte João Pedro e propone un cross basso al centro sul quale arriva la deviazione tanto decisiva quanto sfortunata di Chalobah nella propria porta; sul raddoppio è invece Caicedo a combinare la frittata, stendendo Kane in area di rigore e permettendo allo stesso centravanti della nazionale inglese di tenere aperto il piattone destro e spiazzare Sànchez. Gli ospiti però non ci stanno e riaprono subito il match con Palmer che, al 29′, finalizza una rapida transizione offensiva con un preciso pallone mancino sotto la traversa.
Le squadre si temono e controllano vicendevolmente, poi il Bayern riprende a macinare azioni pericolose, con Sànchez che deve calare tre interventi di importanza crescente per negare il 3-1 a Luis Diaz, Kane e Olise, ma nulla può al 63′ quando, sull’ennesimo pallone perso in fase di costruzione dai blues, Kane trova il giusto piattone destro per freddarlo. Olise non inquadra lo specchio con un tiro a giro al 68′, poi la partita scorre fino al triplice fischio, con una rete annullata a Palmer per offside allo scoccare del 90′ da segnalare.
Tre punti fondamentali per il Bayern, che parte sicuramente meglio rispetto alla passata stagione, quando nella League Phase soffrì particolarmente i match contro alcune “grandi”. Il Chelsea, che mancava dalla competizione dalla stagione 22/23, sperava certamente in un inizio migliore, ma avrà sicuramente altre notti per rifarsi, anche se il calendario è tutt’altro che facile.
Spettacolarità – 65/100
Paris Saint-Germain – Atalanta: 4-0
3′ Marquinhos – 39′ Kvaratskhelia – 51′ Mendes – 90+1′ Ramos
Ricomincia come era terminata la Champions League del Paris Saint-Germain: dominio totale del campo ed imprevedibilità offensiva, che stendono un’Atalanta che ha vissuto certamente nottate europee migliori.
Così bastano tre minuti per trovare il vantaggio: Marquinhos pressa alto Maldini e gli scippa palla, Fabiàn Ruiz riceve il pallone e serve nuovamente il brasiliano che, appostato a centro area, insacca.
Carnesecchi deve superarsi ripetutamente, poiché la sua difesa ha notevoli problemi nella lettura del posizionamento tattico parigino, senza punto di riferimento centrale, con anche un palo a salvare la Dea su un tiro di Hakimi sporcato dal portiere.
I nerazzurri si fanno vedere al 18′ con Kossounou, che fallisce una ghiotta occasione per il pareggio calciando altissimo con il piattone destro da ottima posizione, poi, dopo, una rete annullata a Barcola al 22′ per posizione di offside, la partita sembra vivere un momento di calma apparente, che viene però spezzato dal piattone destro dal limite di Kvaratskhelia batte nuovamente Carnesecchi al 39′. Prima del duplice fischio, un ingenuo Musah stende Marquinhos in area di rigore e, dopo revisione VAR, viene decretato il rigore: sul dischetto si presenta Barcola che si fa però ipnotizzare da Carnesecchi, abile non solo a intuire, ma anche a bloccare il tiro dell’avversario.
L’appuntamento per il 3-0 è però solo rimandato, con Nuno Mendes – uno di quelli che era andato vicino al gol nel forcing iniziale – che si libera di Bellanova e sorprende (un questa volta non perfetto) Carnesecchi sul primo palo al 51′. Le prime conclusioni in porta dell’Atalanta giungono al 56′ e 63′, con Chevalier che controlla un colpo di testa di Pašalić e un tiro dal limite di Krstović.
Il PSG prova ad arrotondare il punteggio e ci riesce nel primo minuto di recupero, quando Gonçalo Ramos batte nuovamente Carnesecchi con un tocco sotto e fissa il finale 4-0.
Chissà se qualcuno riuscirà a fermare il Paris in Champions, così come fatto dal Chelsea nella FIFA Club World Cup, o se dovremo assistere a un nuovo monologo, come avvenuto dallo scorso febbraio in poi. Sicuramente l’Atalanta non si è dimostrata all’altezza e il livello degli uomini di Jurić dovrà certamente alzarsi se vorranno sperare di ottenere risultati positivi.
Spettacolarità – 60/100
Liverpool – A. Madrid: 3-2
4′ Robertson (L) – 6′ Salah (L) – 45+3’/81′ Llorente (A) – 90+2′ Van Dijk (L)
Benvenuti nella città delle meraviglie. Così come era stato agli albori dell’industria oggi nel calcio moderno Liverpool è la città delle meraviglie. Il solito tignoso Cholo ha provato a mettersi tra i Reds e la gloria ma se niente ha potuto neppure lui, figuriamoci chi sarà in grado quest’anno di sbarrare la strada alla magnifica squadra di Arne Slot. Favorita in tutte le competizioni dall’alto di una qualità assoluta abbinata ad un ortodossia tattica non comune.
AJAX – INTER: 0-2
42’/47 Thuram
Un po’ di buena suerte, un po’ di sagacia tattica e un pizzico di inconsistenza degli avversari, consentono un brodino caldo ad un ambiente che balla da tempo sull’orlo del baratro stretto tra la sue paure e le attese troppo ardite. Questa squadra ha comunque dimostrato anche ad Amsterdam, dove ha conseguito una vittoria più che meritata, di non essere in grado di andare oltre certi limiti dinamici e tattici che non possono essere coperti dalla qualità generale dell’organico.
Slavia Praga – Bodo/Glimt: 2-2
23’/74′ – Mbodji (S) – 78′ Bassi (B) – 90′ Fet (B)
Partita di contorno per i palati Champions quella di Praga dove però si è assistito ad un ottima versione del calcio ceko e a una indiscutibile resilienza del football nordico. Insieme non andranno molto lontano nella manifestazione ma indicano tracce non trascurabili di un calcio europeo che allarga le sue maglie.
Club Brugge – Monaco 4-1
32′ Tresoldi (C) – 39′ Onyedika (C) – 42′ Vanaken (C) – 75′ Diakhon (C) – 90+1′ Fati (M)
Il Brugge sfodera una prestazione di estrema superiorità rispetto a uno spento Monaco, che probabilmente si fa troppo condizionare dall’errore dagli 11 metri di Akliouche arrivato all’alba del match.
Tzolis fallisce un diagonale da ottima posizione masticando troppo il destro al 5′, ma poi è il Monaco a trovare la possibile svolta: Minamino lancia Biereth che viene steso in area di rigore da Mignolet, dagli undici metri si presenta Akliouche che viene però ipnotizzato dal portiere locale, che poi abbandonerà poco dopo il campo per un infortunio. I nerazzurri sono nettamente padroni del campo e si avvicinano sempre più pericolosamente al gol: Köhn disinnesca due tiri dalla distanza, quello di Tresoldi deviato da un difensore e quello rasoterra di Forbs, ma nulla può quando al 32′ Vanaken trova un lancio illuminante proprio per l’italo-tedesco Tresoldi, abile a trovare con la punta del piede destro la giusta traiettoria per infilare in rete. Anche dopo il vantaggio, la squadra belga non si ferma: al 39′ Tzolis costringe il portiere dei francesi a mettere in angolo e, sul tiro dalla bandierina seguente, si salva nuovamente su Stanković ma nulla può sul tap-in di Onyedika. Passano altri tre minuti e il dominio del Brugge diventa ancora più ampio, grazie a un gran tiro al volo di Vaneken che va a togliere le ragnatele dall’angolino alla sinistra di un incolpevole Köhn. Prima del duplice fischio Forbs calcia di un soffio sul fondo e stessa cosa fa al 53′, e anche il tiro a giro di Tzolis al 62′ va sul fondo. E il Monaco? Praticamente non è in campo, sparito dopo il rigore fallito e al 75′ Diakhon trova anche il 4-0, finalizzando una bellissima azione di squadra. Ansu Fati trova il gol della bandiera nel secondo minuto di recupero, ma certamente non basta a salvare una pessima prestazione.
Spettacolarità – 65/100
Copenhagen – Leverkusen 2-2
9′ Larsson (C) – 82′ Grimaldo (L) – 87′ Robert (C) – 90+1′ Hatzidiakos (C)
Che spettacolo a Copenhagen, dove la squadra locale e il Leverkusen danno vita a una partita ricca di emozioni, soprattutto nella seconda frazione.
Ci si aspettava una partenza a razzo del Leverkusen ma è il Copenhagen a passare in vantaggio al 9′ con il tocco sotto misura di esterno destro di Jordan Larsson (figlio di Henrik). Gli ospiti provano allora a mettersi in marcia ma non centrano mai la porta nella prima frazione – se non per un tentativo non troppo impegnativo di Andrich, controllato da Kotarski -, mentre i danesi falliscono una ghiottissima occasione per il raddoppio con Moukoko al 44′, ipnotizzato da Flekken. Anche a inizio ripresa Flekken deve tuffarsi per parare un tiro dalla distanza di Larsson e rimanere concentrato su un insidioso tiro-cross al 58′ di Lerager, poi finalmente anche i tedeschi si rendono pericolosi con un tiro a giro di Ben Seghir che impatta il palo esterno. Schick al 66′ impegna Kotarski con un tiro forse troppo centrale deviato di istinto, poi al 74′ il portiere locale è attento a chiudere la conclusione di Echeverri dopo la buona azione personale dell’attaccante argentino, così come lo è Flekken sul ribaltamento di fronte sul diagonale di Huescas. Il Copenhagen gestisce benissimo, ma all’82’ fa l’errore di regalare una punizione da poco più di venti metri, ottima per il collo mancino di Grimaldo, che sfodera l’ennesima traiettoria perfetta della sua carriera per trovare il pareggio. Zague calcia alto dal limite dell’area di rigore, ma la difesa tedesca è ballerina e Robert all’87’ trova la zuccata del 2-1 su un cross dalla destra di Huescas. La partita però non è ancora finita e, su una nuova percussione di Echeverri, il tiro-cross viene deviato sfortunatamente nella propria porta da Hatzidiakos.
Le due squadre provano fino all’ultimo a cercare il gol decisivo, ma il risultato non cambierà più. Sicuramente un punto importante per il Copenhagen e probabilmente due punti persi per il Leverkusen, che era sicuramente giunto in Danimarca per portare a casa l’intera posta in palio.
Spettacolarità – 75/100
Eintracht Francoforte – Galatasaray 5-1
8′ Akgun (G) – 37′ Sanchez (G) – 45+2′ Uzun (E) 45+4’/66′ Burkardt (E) – 75′ Knauff (E)
Semplicemente troppo Eintracht per il Galatasaray, che, dopo un illusorio vantaggio, cade pesantemente sotto i colpi degli attaccanti locali.
Çakir è bravo a dire “no” al tiro angolato di Knauff al 2′, poi è il Galatasaray a colpire con una ripartenza fulminea di Sané che viene finalizzata da Akgün, abile nel liberarsi di un difensore avversario prima di depositare in rete. I turchi continuano a impensierire Zetterer al 22′ con Yilmaz, con lo stesso esterno che calcia incredibilmente alto due minuti più tardi dopo essere stato imbeccato da un intelligente passaggio di Gündoğan su punizione. Il Francoforte va vicino al pareggio al 30′ quando sulla punizione di Chaibi arriva la sponda aerea di Koch sulla quale Burkardt manca clamorosamente l’intervento da due passi, ma il gol è nell’aria e giunge al 37′: Doan sfrutta un clamoroso errore di Akgün in fase di costruzione dal basso e segna facendo rimpallare il pallone sul corpo di Sànchez. Ai giallorossi viene correttamente annullato un gol di Yilmaz su cross di Sané per un precedente fallo di Torreira al 42′ e l’Eintracht ne approfitta per trovare non solo un gol, ma addirittura due nei minuti di recupero: a due giri di lancette dall’inizio dell’extra-time, Uzun viene lasciato colpevolmente solo a centro area sul cross di Brukardt, tanto da avere il tempo di controllare con il destro, girarsi sul pallone e calciare sotto la traversa con il mancino, con traiettoria imparabile per Çakir; nel quarto minuto di recupero è invece Burkardt a farsi perdonare per l’azione fallita alla mezz’ora, trovando la giusta deviazione su una punizione battuta da Chaibi.
Nella ripresa Sané scocca un bel mancino di contro balzo che si spegne di poco a lato, mentre il tiro di Uzun al 57′ è preciso ma troppo centrale per sorprendere Çakir. Zetterer viene nuovamente impegnato dopo lo scoccare dell’ora di gioco da Gündoğan, ma è ancora il Francoforte a trovare il gol con Burkardt che impatta di testa il cross di Brown e trova la decisiva deviazione di Sànchez per mettere fuori casa Çakir. Consci dell’importanza di fare tanti gol, il Francoforte prova a realizzarne altri, e trovano la quinta rete al 75′ con Knauff, con Sara che si fa rubare il pallone da Wahi al limite dell’area, con l’esterno rossonero che irrompe e insacca.
Tre punti d’oro per il tedeschi che iniziano come meglio non potrebbero la loro campagna europea. Sicuramente invece il Galatasary dovrà migliorare le sue prestazioni se vorrà provare ad ottenere qualche punto e lottare per l’accesso quantomeno al turno intermedio.
Spettacolarità – 65/100
MANCHESTER CITY – NAPOLI: 2-0
56′ Haaland – 65′ Doku
Un match molto atteso che dopo 20 minuti ha già emesso il suo verdetto. L’errore di Di Lorenzo ha impedito ai partenopei di giocarsi le sue chanche. Costretti ad una gara di puro contenimento la squadra di Conte non è giudicabile da questa prestazione mentre il City certamente ha fatto una bella figura dopo l’ottimo derby. Servono però conferme che ha ritrovato quella continuità che l’anno scorso aveva smarrito.
NEWCASTLE – BARCELLONA: 1-2
58’/67′ Rashford (B) – 90′ Gordon (N)
Supplendo all’assenza del genio Yamal, l’inglese Rushford realizza una doppietta a St James’ Park che mette subito in discesa il percorso dei catalani e in salita quello della squadra di Sandro Tonali. Quest’ultima ha certamente la possibilità di acchiappare un posto per giocarsi al meglio il playoff ma i margini di errore sono adesso molto stretti. Per il Barca invece si apre un autostrada per un posto negli otto.
SPORTING – Kairat Almaty: 4-1
44’/65′ Trincao (S) – 67′ Alisson Santos (S) – 68′ Quenda (S) – 86′ Edmilson Santos (K)
Agevole successo dello Sporting che mette fieno in cascina in attesa di scontri più temibili. Tre punti in classifica e un buon quoziente reti sono un assist imprescindibile per consentire anche quest’anno ai lusitani di giocarsi un ottavo di finale e di consolidare il suo status nel ranking UEFA. I kazaki bravi a tenere bene nel primo tempo e poi nel trovare il gol della bandiera. Per ora non si può chiedergli di più.
