
Fine ciclo doveva essere, e fine ciclo è stato.
È stato fragoroso e avvertito in tutta l’Urbe per evitare che una sconfitta più lieve potesse confondere le acque. Oggi invece tutti hanno capito, anche i più riottosi, che il ciclo è finito e serve, eccome se serve, ripartire da capo, ma non da zero. Molti, molti dell’Inter di quest’anno vanno pensionati, e la mente corre subito agli ex laziali Inzaghi e Acerbi, e la ripartenza va fatta soprattutto abbassando fortemente l’età media della rosa. In tutti i match che quest’anno ha disputato in Champions, che sono appunto il massimo (15 contro le 17 di chi, come il Paris, passa dai playoff) il club interista ha messo in campo l’età media più alto, spesso non di poco, rispetto agli avversari. Per esempio in questa infausta notte bavarese, il superconservatore Inzaghi ha messo in campo una formazione di 30,8 anni di media, il suo avversario ne ha schierato una attestata sui 25. Capirete perché alla fine i parigini andavano il doppio degli avversari e sembravano almeno tre di più in ogni parte del campo. Non succederà più di vedere una finalissima così attesa, milioni davanti ai teleschermi in tutto il mondo, stadio esaurito malgrado prezzi non proprio economici, così incredibilmente squilibrata, un vero e proprio assolo dei francesi contro fantasmi vestiti di giallo.
L’Internazionale versione Oaktree finisce un anno drammatico : 6 gol incassati in 2 match da un Milan arrancante per tutta la stagione, li ha fatti fuori da SuperCoppa italiana e Coppa Italia ; un Napoli davvero misero li ha superati al fotofinish grazie ai mille regali degli uomini di Inzaghi e infine la ciliegina sulla torta con una finale Champions, di indubbio prestigio, sporcata da una prestazione inqualificabile. Sintesi che rade al suolo tutti coloro che, per interesse o per cecità, hanno parlato, e qualcuno parla ancora, di anno fantastico !
L’anno fantastico è certamente quello del Paris che realizza un triplete storico grazie al suo tecnico che ha imposto una rivisitazione del progetto al suo capo El Khelaifi, abbandonando la strada delle stelle in calando e puntando su giovani che stelle lo diventeranno sicuramente. E citare Desire Doue non è certamente un caso per comprendere che la nuova strada imboccata dal club parigino, dal 2011 controllato da un fondo qatariota, è quella giusta e che oggi il PSG si è finalmente seduta nel salotto che conta del football continentale. Va da se che schierare uno stralunato Dimarco e un attaccante come Dumfries sugli out esterni ha aperta la strada ai ragazzi di Luis Enrique di scorrazzare senza problemi sulle fasce con le coppie Hakimi-Doue e Nuno Mendes/Kvara che hanno fatto strame della difesa nerazzurra. Moolto meglio sarebbe stato puntare su Carlos Augusto, molto più in palla e più difensore di Dimarco da una parte e il vecchio Darmian dall’altra. Ma sembra di parlar di inezie di fronte a una Waterloo di queste proporzioni. Ripetiamo semmai quel che avevamo detto in sede di presentazione : che il Paris negli ultimi mesi aveva cambiato marcia, vincendo 6 delle ultime 8 gare giocate in Champions, realizzando ben 24 reti contro avversari non proprio scarsi e presentandosi quindi all’Allianz come un Barcellona molto più equilibrato. E qui l’Inter non poteva che pagare con gli interessi il folle successo proprio contro i blaugrana.