
Con i 36 club prima divisi in fasce e poi sparpagliate per tutto il continente (e anche oltre !) nei 144 match della League Phase, si può procedere ad un’ approfondita analisi che metta ordine nella pletora di partecipanti.
Dove il termine pletora non deve avere per forza un’eccezione negativa ma deve anzi rappresentare uno stimolo a diminuirne il peso edizione dopo edizione fino a raggiungere l’optimun che sarà una vera Eurolega.
Il principale problema che la Champions attuale presenta è presto detto : delle 55 federazioni affiliate alla UEFA ( da cui si deduce che in tutti i Paesi del continente si diano, più o meno convintamente, calci ad un pallone), solo 5 sono in grado di vincere la competizione ! E non certo in gradi uguali, anzi affatto. E da qui iniziamo il nostro lavoro osservando che esiste un Paese calcisticamente dominante come l’Inghilterra che tutti gli anni aumenta il suo peso specifico sulla competizione. Se è un fatto che quest’anno 1/6 delle partecipanti alla fase campionato siano provenienti dalla Football Association, ancora più opprimente è tutto ciò che porta a questo risultato e cioè un vero e proprio dominio economico finanziario che divide non in due ma in tre fasce il panorama del calcio continente : in prima i club inglesi, nella seconda quelli spagnolo, italiano, tedesco e francese e nella terza tutti gli altri. Con questo non vogliamo dire che le squadre olandesi e quella cipriota abbiano gli stessi valori, ma che le une e le altre hanno comunque le stesse possibilità di sollevare la Champions e cioè zero. Infatti andiamo subito a chiarire questo concetto spiegando che sul prato della Puskas Arena il prossimo 30 maggio le federazioni francese (campione in carica col PSG) tedesca e italiana, avranno il 10% di possibilità di sollevare la coppa, quella spagnola con le sue due big il 30% e quella inglese con le quattro corazzate il 40%. Vale dire che se la FA decidesse di rarefare un attimo gli impegni interni questo divario crescerebbe ulteriormente stante un indiscussa supremazia tecnica e agonistica delle squadre di quel Paese. Dove dobbiamo arrivare è moolto chiaro : a far partecipare ad una fase finale della competizione non le 16 di quest’anno è dell’anno scorso ma 20 Paesi diversi e, soprattutto, ad avere 10 federazioni che, in partenza, hanno una concreta possibilità di aggiudicarsi il titolo. Del resto sarebbe un ritorno al futuro visto che sono ben 30 anni che le 5 aree di cui sopra si aggiudicano la coppa (con l’unica eccezione del 2004 quando un quarantenne Jose Mourinho portò al trionfo il Porto). Nei dieci anni precedenti, ricordiamo che l’attuale Champions inizia con l’edizione 1992/93 mentre in precedenza la mitica Coppa dei Campioni permetteva solo una squadra per Paese, non era andata affatto così visto che ben sette diverse federazioni si erano spartite i dieci trofei. Lungi da noi tornare a quel format ma certamente non si può vedere una competizione in cui 5 federazioni su 55 rappresentino oltre il 60% delle partecipanti al GironeUnico.
Fatta questa non breve prefazione passiamo alle nostre fasce, dividendo in ventesimi le potenzialità delle varie squadre.
Nella Prima Fascia inseriamo tre club
19/20 Liverpool
Il club con la tradizionale, mitica divisa rossa è uno delle compagini più note, amate e vittoriose del football continentale. Vanta una stima di 100 milioni di fan in tutto il mondo, il maggior numero di Premier vinte, 20 come lo United, la squadra inglese con più vittorie nel torneo guida dell’Uefa con 6 successi dietro solo a Real Madrid e Milan. Con tutti questi allori, forse quella che presenterà questa stagione si può considerare la formazione più forte che Anfield Road abbia mai visto calpestare il suo prato. Con l’arrivo di Alexander Isak il tecnico olandese Arne Slot dispone di un organico straordinario che ne fa la principale candidata alla Premier e alla Champions con un double che sarebbe storico e riporterebbe direttamente agli anni d’oro del club vissuti tra la seconda metà degli anni settanta e la prima degli ottanta sotto la guida del ruvido Bob Paisley in grado di vincere in 10 anni da coach la bellezza di 6 Premier e 3 Champions col double del 1977, prima di lasciare la panchina al suo vice Joe Fagan che completò l’opera con il double del 1984. Di quella meravigliosa squadra in grado di vincite in pochi anni la metà dei successi in Champions e oltre un terzo delle affermazioni in patria di tutta la storia del club, rimane inciso il nome del difensore Phil Neal, l’unico ad aggiudicarsi tutti i trofei da titolare. Ma se affermiamo che la formazione che Slot potrà schierare quest’anno non sarà inferiore a nessuna di quelle di quell’epoca d’oro non pensiamo di offendere quella mitica squadra. Infatti la squadra base che potrà allestire il tecnico di Bergentheim non ha pecche in nessuna parte del campo e una vasta rosa di importanti alternative.
Vediamo da vicino questa rosa che per noi vale 19 ventesimi, un solo punto sotto l’eccellenza assoluta. In porta il brasiliano Allison Becker è ormai un veterano dei Reds dopo l’acquisto da oltre 70 milioni per strapparlo alla Roma. Titolare anche della selecao brasiliana è uno dei più solidi interpreti del ruolo in questo momento e ha come valido secondo il georgiano Mamardashvili, 25 anni ancora da compiere, punto di forza di una nazionale in grande crescita e alternativa affidabilissima al titolare. I due perni della difesa sono gli statuari Virgil Van Dijk e Ibrahima Konate, che assieme contano 389 centimetri e 187 chili per formare una coppia invalicabile fisicamente e dotata anche tecnicamente, entrambi inamovibili titolari di due delle nazionali guida in Europa, Olanda e Francia. L’eclettico ed esperto Joe Gomez, 15 presenze nella nazionale inglese, e il giovane talento Giovanni Leoni, appena prelevato dal Parma, sono pronti a prendere il posto di uno dei titolari in caso di necessità e in particolare il tecnico olandese si è espresso molto favorevolmente sul 20enne italiano. Esterni titolari si possono considerare l’altro olandese Jeremie Frimpong e il serbo-ungherese Milos Kerkez, giovani,45 anni in due, e più che validi interpreti di un ruolo chiave nel meccanismo di Arne Slot che si tiene come riserva nel ruolo un totem del club come lo scozzese Robertson che ha oltre 250 partite con i colori del club di Anfield. Il pacchetto di centrocampisti a disposizione è poi di grandissima levatura e parte dal formidabile ungherese Dominik Szoboszai che, a neppure 25 anni, è un giocatore dalla grande tecnica e con un intelligenza calcistica raffinata in grado di coprire più ruoli sempre con risultati ottimi e apportando anche un buon numero di reti. E con Szoboloszai sono ben due i punti di forza del team guida del calcio europeo, della emergente nazionale ungherese che pur stenta a seguire le orme della mitica squadra guidata da Puskas, in cui onore è intitolato lo stadio dove si svolgerà la finale. Assieme al magiaro in molti possono affiancarlo a partire dal 23enne Ryan Gravenberch, terza colonna della nazionale orange, che offre dinamismo, fisicità e ottime conclusioni dalla distanza. E anche il centrocampo può contare sulla struttura di due calciatori di 1,90 Gravenberch e di 1,86 l’ungherese ma anche su validissime alternative che rispondono ai nomi di Alexis Mac Allister, argentino di chiare origini scozzesi e quindi roccioso interprete del ruolo e del più giovane Curtis Jones, anche nazionale inglese e solido argine agli assalti avversari. E quindi siamo alla fase offensiva del poderoso undici rosso partendo dal grande Mo Salah che dopo il suo acquisto per appena una quarantina di milioni dalla Roma nell’estate del 2017 ha messo assieme 290 partite con la bellezza di 185 reti, diventando uno dei giocatori più importante dell’intera storia del club. Inutile dilungarsi sulle caratteristiche dell’ egiziano che è semplicemente un autentico pilastro della squadra. Una delle più interessanti novità del Liverpool di questa stagione è poi l’unico tedesco in rosa, appena giunto per poco meno di 150 milioni dal Leverkusen, quel Florian Wirtz che ad appena 22 anni è già uno dei calciatori più forti del calcio europeo e apporterà una notevole dose di qualità ad un team che certo non ne difettava già prima del suo arrivo. Il nativo del Reno-Erft si inserisce come cuneo avanzato del centrocampo della squadra, ideale trait d’union con il reparto offensivo e dispensatore di assist per gli stoccatori d’area. Stoccatori che possiamo considerare in altri due nuovi iscritti alla scuola di Anfield : Hugo Ekitike con l’arrivo dello svedese potrebbe spostarsi sull’out sinistro sfruttando le sue grandi doti di corsa e di controllo del pallone. Il franco-camerunese arrivato dall’Eintracht per un centinaio abbondante di milioni di euro, ha già al suo attivo, malgrado la giovane età, un centinaio di presenze nei massimi campionati europei ( francese e tedesco) e alcune comparse anche in Champions con la maglia del PSG ed è il secondo francese del dream team inglese. Chiude la formazione tipo il tanto atteso Alexander Isak, 26enne punta svedese di origini eritree che il Liverpool ha strappato al Newcastle con un assegno di circa 150 milioni di euro e che dovrebbe rappresentare l’ariete dell’ undici rosso, scambiandosi i compiti con Etikite. Per supportare questo quartetto di campioni ci sarà innanzitutto l’altro olandese Cody Gakpo, il cui livello è tale che contenderà il posto a tutti i pretendenti alla maglia titolare grazie ad una qualità importante e ad una maturazione acquisita con oltre 300 match ai massimi livelli del calcio europeo. E ancora Slot potrà contare su un ragazzino intrigante come Rio Ngumoha, giovane virgulto del 2008 con passaporto inglese e nigeriano che ha fatto il suo debutto in uno stadio glorioso come St James Park al 96’ per poi siglare il gol partita una manciata di secondi dopo lasciando di sasso il Newcastle. Se il buongiorno si vede dal mattino….
18,5/20 BARCELLONA
I blaugrana rappresentano oggi la formazione di punta del calcio spagnolo che detiene il maggior numero di Coppe dalle grande orecchie con la bellezza di 20 trofei, che sui 70 tornei disputati dal 1955, fanno la bella media del 28% di successi ! Il Barca quest’anno, dopo l’incredibile eliminazione in semifinale dell’anno scorso contro un’Inter baciata dalla fortuna, proverà certamente ad aggiudicarsi l’ambito titolo di campione d’Europa. E se non ci riuscirà immaginiamo che non ci andrà lontano. Per noi vale 18,5 punti su 20 e si siede sul secondo gradino tra le favorite. In tema di acquisti, come sappiamo, i catalani hanno le mani legate e quindi devono “accontentarsi” di ciò che hanno in casa ! Unica aggiunta l’inglese Marcus Rashford e squadra tipo non così evidente come invece il Liverpool. Usiamo quindi un altra tattica per presentare il club blaugrana. Innanzitutto citiamo i quattro perni della squadra con Lamine Yamal e Rapinha imprescindibili frecce in grado di scorrazzare liberamente tra le linee, sabotando qualsiasi retroguardia avversaria. Dietro alle due stelle la solidità unita alla qualità di Pedri e Frenkie de Jong che cuciono i reparti e si muovono a fisarmonica lungo l’asse centrale del campo. Dopodiché si va sulle varie ed eventuali alternative per le altre caselle. Da boa centrale, col compito topico di liberare spazio alle due stelle si candidano, senza particolari abbassamenti di qualità, l’attempato supercannoniere polacco Robert Lewandoski, uomo da 500 reti in carriera che, ad onta dei 37 anni suonati, saprà ancora rendersi utile. All’inizio della stagione Flick, alla seconda stagione alla guida del Barca, ha puntato sulla freschezza di Ferran Torres, centravanti atipico di 25 anni e perfetto interprete del canovaccio tattico caro al tecnico tedesco, in grado comunque di siglare l’anno passato 19 reti. Infine appunto il nuovo arrivato Rashford, giocatore importante, in grado di coprire più ruoli offensivi. Spazio alla sottopunta dove si vedrà spesso Dani Olmo con Rashford e Lopez alternative di diversa tipologia. In mezzo al campo possiamo indicare nel giovanissimo Marc Casado, canterano di grandi prospettive, reduce da un noioso infortunio il primo sostituto. Altra alternativa di spessore era l’altro junior Gavi che però è nuovamente out per un ginocchio che non smette di tormentarlo e rende più cruciale il compito di Fermin Lopez di coprire un ruolo non troppo gradito. Passiamo al reparto, invero molto nutrito, che l’anno scorso ha spesso tradito, come nella squinternata semifinale con l’Inter, e cioè la difesa che ha rimescolato un po’ le carte mettendo in discussione l’astro nascente Pau Cubarsi, 18enne di grandi speranze che ha forse pagato la giovane età nel deludere le, tante, attese. Adesso si contenderà il posto di centrale con l’urugayano Araujo, col danese Christiensen e col più giovane Eric Garcia. Meno traumatico il post da esterno difensivo che vede ancora nel giovane Balde’ e nel più esperto Kounde i riferimenti con Gerard Martin lo stesso Garcia possibili rincalzi. Ribadendo che HansiFlick ha un anno in più di esperienza blaugrana sulle spalle e che l’eliminazione in semi dell’anno scorso lo avrà sicuramente temprato ulteriormente contro il logorio del calcio moderno, ci sembra perfino pletorico affermare che il Barcellona è un grande indiziato di conquistare la sua sesta coppa dalle grandi orecchie.
18/20 MANCHESTER CITY
Accettiamo con rassegnazione di essere tratti in inganno dal troppo amore per Pep nel considerare il gran malato d’Europa come una delle principali pretendenti al titolo di campione d’Europa 2025/26. Da parte nostra non ci facciamo comunque corrompere fa risultati estivi e confermiamo di ritenere la truppa di Guardiola in grado di giocare da protagonisti la prossima edizione della Champions. Se in Premier la lunga strada verso la gloria è oggi forse superiore alle attuali possibilità dei Citizen, si può invece ritenere che la più agile contesa europea possa essere alla portata di un gruppo che ha sì smarrito la strada retta ma che in gare ad eliminazione diretta può ancora dire la sua. Questo è avvalorato dal presentare di quale orchestra disponga il maestro catalano. Si può, si deve iniziare dal nuovo portiere, appena giunto, che risponda al nome di Gigio Donnarumma che puntellerà da par suo una difesa un po’ troppo ballerina recentemente. E parliamo di Herling Haaland, cannoniere senza pari in Europa. Tra i due fuoriclasse non è che il resto sia poi formato da scartine, anzi. Intanto nel cuore del campo Pep si ritrova tra le mani uno dei più forti, e completi centrocampisti, quel Tijjani Reijnders che il Milan si è goduto per tutto l’anno scorso in cui fu l’unico a giocare il suo miglior calcio e ha poi dovuto cedere per consolidare la società. Affiancato dal formidabile Rodri, si può ritenere la coppia di centrocampisti più forte del continente e se qualche volta Pep vorrà schierare una mediana a tre, Bernardo Silva e Gundogan non sfigureranno certo. Qualche dubbio, senz’altro, può venire dal reparto arretrato dove mancherà anche una roccia come lo svizzero Akanji. Finora intanto non si è visto un sicuro protagonista della difesa a quattro che Pep adotterà spesso. Parliamo del croato Josko Gvardiol, giovane ma già esperto duttile difensore che indifferentemente può giocare centrale o esterno di sinistra. Certo per ora del ruolo di esterno basso destro il nuovo arrivato Rayan Ait-Nouri, classi 2001, sempre impiegato per ora con buone risposte. Terzo posto di quattro certo per Rubén Dias, roccioso ed esperto stopper classico portoghese, Paese in cui il ruolo di stopper permane con Pepe massimo esempio. Senza l’elvetico l’ultimo se lo giocheranno il vecchio Stones assieme a Rico Lewis e al giovanissimo uzbeko Khusanov. Nel delicato ruolo di trequartisti il parco abbonda in quantità e qualità visto che il maestro catalano potrà scegliere sui “vecchi” Foden, 25 anni e Doku, 23 anni, i giovani Oscar Bobb, 22 anni e quindi l’egiziano Marmoush e l’algerino Cherki. In questa profusione di talenti possiamo aggiungere anche il croato Kavacecic, l’olandese Ake e il brasiliano Savinho. Tutti questi nomi, messi insieme, dovrebbero spiegare i motivi della nostra scelta.
Svelato il primo terzetto possiamo al secondo che formerà quindi la sestina che, a nostro parere, comprende le candidata al titolo. Qualsiasi altra vincitrice ci sorprenderebbe assai.
17,5/20 PSG
Solo seconda fascia per i campioni in carica che hanno certamente dei picchi molti alti ma poi scendono sensibilmente nelle altre fasi e forse subiscono l’imborghesimento del suo tecnico che in estate ha fatto fuori in modo fin troppo drastico un guardiaporta come Gigio Dunnarumma per affidarsi all’inesperto giochista Lucas Chevalier. Scimmia sulla spalla per il tecnico iberico che si è preso una pericolosa responsabilità. Certo che un bicampione Champions quale Luis Enrique qualche privilegio se lo è meritato. Il resto del roster è più o meno lo stesso della scorsa stagione con l’attacco delle meraviglie che vede Dembele e Kvaratschelia imprescindibili apriscatole affiancati da una tra Barcola e Doue con quest’ultimo che può scivolare anche nel pacchetto dietro in caso di formazione ultraoffensiva. Mediana di gran livello con Fabian Ruiz, Vitinha e Neves sempre supportati dal giovane Zaire- Emery mentre per la difesa linea rodata con il totem Marquinos e Pacho centrali ed esterni Hakimi e Mendes che sono fra le principali armi offensive dei campioni d’Europa. Dietro i citati qualche riserva di valore a cominciare dal centravanti Gonçalo Ramos, cannoniere non banale. Quindi mille pregi per la formazione parigina che ha qualità, esperienza e spessore sicuramente importante ma il doppio in Champions è sempre stato maledettamente difficile.
17,5/20 ARSENAL
Stesse chanche dei campioni vanno accordate ai londinesi che l’hanno scorso impegnarono severamente gli uomini di Luis Enrique. Nessun dubbio che il tecnico spagnolo Arteta abbia costruito un giocattolo importante nel panorama del football europeo, con un idea di gioco ben chiara e validi interpreti dello spartito. Se la qualità non manca in casa gunners va però detto che le prime tre sembrano averne in misura maggiore e solo di squadra l’Arsenal può sperare di impegnare squadroni intrisi di fuoriclasse come le prime tre. Ma va ricordato anche che a un’inferiore qualità indivuale il club biancorosso può contrapporre un gruppo di lavoro che si allena insieme da anni e che ha i meccanismi più oliati dell’intera premier. E comunque lo spagnolo Zubimendi e il centravantone svedese Gyokeres sono due rinforzi da non trascurare per accompagnare calciatori importanti come Rice, Odegaard e Martinelli, Saliba e Calafiori.
17,5/20 CHELSEA
Quarta squadra inglese tra le sei big. La fresca conquista del mondiale per club superando chiaramente i campioni d’Europa non può che far salire lo status dei londinesi a tali altezze. Naturalmente per Maresca e il suo gruppo serve la conferma, sia in premier che in Champions, di appartenere veramente e in maniera strutturale a questo empireo. Il mercato ha dato un grosso apporto all’allenatore italiano e già al mondiali dilettanti erano visti un paio di elementi di spessore. Su tutti la punta 24enne Joao Pedro e l’altro attaccante, questi 22enne, Liam Delap. Messi inizialmente in competizione per sostenere da vertice alto l’attacco dei blues, nelle ultime partite Maresca li ha fatti giocare assieme spostando il brasiliano dietro l’inglese. Naturalmente di norma quel posto è occupato in pianta stabile dal fuoriclasse del club, quel Cole Palmer che, a soli 23 anni, è in grado di trascinare i compagni come si è visto al mondiale negli USA. Ma post mondiale sono arrivati a Stamford Bridge altri soggetti molto interessanti a cominciare dal 18enne brasiliano Estevez, gran talento che si è già adeguatamente presentato in premier ed anche nella selecao dove, al suo debutto, Ancelotti lo ha subito schierato titolare e il ragazzo ha risposto con il gol iniziale contro il Cile ( selecao che ha schierato anche Joao Pedro centravanti titolare). Fra gli altri arrivi estivi, già diversi minuti si è permesso un altro giovanotto di 21 anni Jamie Gittens, ala non banale per i meccanismi di Maresca. A questi nuovi venuti vanno aggiunti quelli che già presidiavano Stamford e quindi la formidabile coppia di centrocampo Caicedo e Enzo Fernanez, il primo frangiflutti, il secondo traquartista prestato alla mediana per dare fosforo all’attacco. Non male neppure il pacchetto difensivo con i vari Malo Gusto, Chalobah, James, Cucurella, Adarabioyo e Acheampong tra cui scegliere i quattro titolari da schierare. Effettivamente un roster di grande qualità e consistente al punto giusto per disputare due competizioni così difficili.
Queste sei Club sono i nostri magnifici che dovrebbero anche spartirsi le prime posizioni del GironeUnico con pochissimi confronti diretti.
In questo senso la più sacrificata dal sorteggio è il sbarca di Flick che troverà ben sue magnifiche sul percorso, Psg e Chelsea, entrambe in casa mentre Arsenal, Liverpool e City non ne avranno alcuno. Comunque sia tutte le sei non dovrebbero faticare troppo nel raggiungere quei 15 punti che assicurano il passaggio diretto agli ottavi. Altro fattore che dà’ garanzie su queste squadre la conferma della guida tecnica che presuppone una filosofia di gioco magari in divenire ma certo già acquisita dalla gran parte dell’organico. Del resto non si possono coach come Pep Guardiola e Luis Enrique (cinque Champions in due) ma neppure l’altro spagnolo (tre su sei !) Mikel Arteta, una coppa d’Inghikterra e due Community Shield in un carniere ancora scarno ma con un titolo di miglior allenatore della Premier 2024; oppure il tedesco Hansi Flick che ha invece già una bacheca bella piena perché ai quattro titoli tedeschi col Bayern da ottimo giocatore, da coach ha aggiunto altre sue bundes ma anche una Liga oltre alla Champions del 2020 seguita dalla Supercoppa e dal mondiale per club vecchia formula. Indi l’olandese Slot che nella sua breve carriera ad alti livelli (quattro anni fa era sempre all’Az alkmaar) si è già aggiudicato un titolo olandese è una Premier letteralmente dominata. Ultimo e vero parvenu nella combriccola Enzo Maresca che, per ora, come principale asset ha l’aver lavorato con mastro Pep. E non pensiamo certo che sia poco.
Dopo i magnifici sei inseriamo altre tre formazioni, due di enorme peso nella storia della competizione avendo all’attivo la bellezza di 21 trofei. Andiamo comunque per ordine anche se per tutte e tre la valutazione è la stessa.
17/20 Real Madrid
Fa strano un ranking così modesto dei pluricampioni blancos. Ma le difficoltà dell’ultima stagione di Carletto e il difficile ingresso di Alonso osservato in USA portano, per noi almeno, ad una valutazione severa. Un buon gruppo di calciatori non c’è dubbio che siano a disposizione dell’allenatore nativo della provincia basca ma il nodo, davvero intricato, è come schierarli in campo per sfruttare al meglio le caratteristiche di tutti. Se in difesa, davanti all’eterno Courtois, si può immaginare non sia un gran problema definire i ruoli per Alonso con il nuovo arrivato Alexander Arnold e il vecchio Carvajal che si alterneranno sulla destra difensiva con l’altro acquisto Alvaro Carreras che avrà il compito di chiuderà la falla sull’out sinistro che ha caratterizzato la scorsa stagione. Pacchetto solido in mezzo con Rudiger e l’altra novità, il ventenne Dean Huijsen che potrebbero essere i titolari con Militao e Alaba alternative. I problemi cominciano nelle altre parti del campo : i veri centrocampisti in organico sono il sempre ottimo Valverde più i francesi, molto forti Tchouameni e Camavinga ma con altri che, pur con caratteristiche più offensive, possono comunque giocare in mediana. Ci riferiamo in particolare a Jude Bellingham ma anche l’ex Milan Diaz e il talentuoso turco, altro 2005, Arda Guler che può ovviamente giocare anche più avanzato. Trovata la complessa quadra per il centrocampo, a 2, a 3 o magari a 4 con due esterni offensivi ? Difficile vederlo ora ci vorrà un po’ di tempo per avere una squadra base. Possiamo immaginare che in 3 in avanti abbiano il posto assicurato : il talento argentino, classe 2007, Franco Mastantuono oltre ai big Vini jr e Mbappe. Come vedete noi un undici lo abbiamo individuato ma poi solo il tempo chiarirà le idee a Xabi e a tutti noi e insieme comprenderemo meglio le pretese del gruppo Blanca di quest’anno. Basti aggiungere che potremmo nominare, fra gli altri, anche elementi come Rodrygo, Endrick e Asencio per spiegare che, se da tutti questi nominati, si riuscirà, in tempi celeri, a trovare un undici che abbia una logica tecnica e tattica, allora il Real può sorprenderci.
17/20 Bayern Monaco
Più scettici siamo sui bavaresi che ci sembrano in un edizione non scintillante ad iniziare dal tecnico che continua a non convincere e all’assenza del suo uomo migliore. Ciononostante la saldezza di un club che da decenni è stabilmente nell’Olimpo del calcio europeo ci impone un dovuto rispetto. Il roster non è neppure malaccio e certo non ha le complicazioni tattiche che tormentano il Real. L’acquisto di un attaccante di razza come Rubén Dias coprirà l’assenza di Musiala e andrà a comporre un attacco con Gnabry, Coman e Olise dietro a Kane con l’altra novità Jackson che può essere utile in più reparti. Anche l’arrivo del tosto Tah può essere utile per rafforzare la difesa e farà scivolare in panchina il deludente Kim. La mediano è ultra consolidata con la coppia Kimmich-Gotetzka Una buona squadra, un organico ampio e valido ma, in attesa di Musiala, un livello che non ci sembra in grado di eccellere.
17/20 Napoli
Molta stima invece per la squadra di Antonio Conte che ha fortemente irrobustito il suo roster acquistando tanto e bene. Al suo arco molte armi in grado di metodi e disposizioni diverse ma anche una formazione tipo che già si può evincere per 9,10/11. L’acquisto di Milinkovic Savic non è casuale ma per ora Meret continua senza sbavature. Così come permane la difesa a quattro che certamente potrebbe cambiare base con l’arrivo di Boukema e il recupero di Bongiorno che forse sono in vantaggio su Rrahmani che potrebbe tornare nell’alternativa 3. Mediana che non prescinderà da Lobotka e Anguissa il primo più bloccato, l’altro ad inserirsi. Indi due campioni come De Bruyne e McTominey che si cercheranno la posizione più adatta alle varie fasi. Quindi un centravanti che per ora è Hojlund e un’ormai insostuibile Politano che in questo momento garantisce tatticamente Conte e poi domani troveranno molto spazio anche Neres e Lang. Una squadra che intriga e quest’anno non può esimersi da un buon percorso in Champions che potrebbe iniziare con un non semplice piazzamento negli otto per poi vedere l’effetto che fa.
Proseguiamo con un lotto di quattro club di cui tre decaduti rispetto agli standard degli ultimi anni e uno invece che si riaffaccia alla ribalta dopo anni di crisi.
16,5/20 Inter
Sembra chiaro che all’Inter non leggono il nostro blog e noi ci vendichiamo assegnandogli un voto basso ! In effetti il nostro parere è che questa edizione nerazzurra si sia indebolita mentre gli avversari, anche in casa, si sono rafforzati, alcuni un po’ altri, come il Napoli, molto. I vecchi della rosa Internazionale sono giustamente tutti rimasti al loro posto, i nuovi a naso non sembrano del fenomeni, il risultato è che quest’anno in casa Oaktree, pur amando molto questi signori, avranno molte difficoltà ad aggiudicarsi lo scudetto e le stesse poche speranze di finire il GironeUnico nei primi otto slot. Squadra che perde non si cambia e così si perderà meglio!
16,5/20 Bayer Leverkusen
Il breve ciclo positivo delle aspirine sembra già concluso con le partenze del tecnico e del giocatore più importante e in questa stagione non pensiamo che l’indice di Kovac possa essere una rivale per il Bayern e probabilmente neppure la prima inseguitrice. In Champions chanche di ottavi ma più avanti sarà dura. Forse si pensa ad un nuovo ciclo con i soldoni di Wirtz e si mette in preventivo una stagione di magra
16,5/20 Atletico Madrid
Si fa più fatica a suonare il de profundis per un lottatore come il Cholo, ma francamente questo gruppo ci aveva deluso l’anno scorso e non sembra in grado di invertire la rotta. Dopo tanti anni ci sarebbe una certa voglia di vedere Simeone alle prese con un altro progetto ed anche una nuova edizione dei colchoneros che ripartisse con un altro tecnico
16,5/20 Newcastle
Maggiore spazio dedichiamo ad una new entry nel calcio che conta, un club che ha qualche quarto di nobiltà ma di antica data e che invece negli ultimi decenni ha stentato assai anche solo a tenere il posto in Premier. Situazione diversa negli ultimi tre anni in cui le Magpies si sono stabilizzati nei piani alti del torneo nazionale e quindi anche in Champions a cui parteciperà per la seconda volta dopo l’ultimo posto nel girone terribile del 2023/24. Obiettivo del club e chiaramente quello di posizionarsi al vertice del football continentale crescendo significativamente in ranking che oggi li vede miseramente all’84esimo posto, due sotto lo Sheriff Tiraspol. Con l’acquisto di Sandro Tonali nell’estate 2023 la società bianconera si è assicurata uno dei migliori centrocampisti d’Europa ed oggi le Gazze sono una squadra compatta, un organico ampio e flessibile e, pur senza primattori, non sarà facile per nessuno superarla come dimostra il risicatissimo successo del Liverpool a St. James’ Park, dopo che gli uomini di Eddie Howe avevano rimontato due gol in inferiorità numerica!
Queste quattro squadre possono aspirare a entrare nelle otto ma certo per loro sarà difficile questo traguardo.
Ed ora passiamo a quelle squadre che dovrebbero mostrarsi più che soddisfatte dal raggiungere, in un modo o in un altro, gli ottavi di finale
16/20 Totthenam
Seguendo un certo ordina anche se tutte col solito punteggio, iniziamo con la terza squadra londinese, quel Totthenam che pure è campione in carico dell’Europa League e trionfatrice della Supercoppa UEFA. Da diversi anni gli speroni cercano di salire nelle stanze più nobili del calcio europeo ma con alterne fortune. E anche quest’anno cercheranno di raccogliere il massimo in una competizione difficile in cui si rischia di essere sbattuti fuori anche con il nono posto nella League Phase. E la formazione di Franck non gigante davvero margine a questi livelli. Borussia Dortmund 16/20Finalista due edizioni fa, molta acqua è passata sotto i ponti ed oggi quel che può sperare il muro giallo ridi assistere ad un ottavo, magari abbordabile e mollare ai quarti. Tertium non datur.
16/20 Juventus
Discorsi simili vanno fatti per presentare la lenta ma inesorabile decadenza della vecchia signora. Che oggi al più può rammentare gli anni delle finali e cercare anch’essa di issarsi perigliosamente fino ai quarti. Ma rischia seriamente di non arrivare neppure agli ottavi
Nottingham Forest 16/20
Con la squadra inglese celebrata nella foresta di Sherwood siamo in pieno dilemma : dovremmo parlare di una formidabile sorpresa a questi livelli ma se guardiamo all’albo d’oro della competizione scorgiamo ben due titoli vinti dagli eredi di Robin Hood e quindi ce la caviamo dicendo che il Forest è certamente una grande sorpresa e una new entry assoluta nel mondo della Champions. La vigorosa crescita degli ultimi, consacrata appunto da questa qualificazione, vive un momento di stasi con la sostituzione del tecnico Espirito Santo col greco ex Spurs Postecoglu. Il primo si era molto lamentato del mercato e quindi si deve certamente valutare con molta attenzione la reale capacità del club che quest’anno compie 160 anni di competere a così alti livelli. Certo è che la proverbiale forza delle squadre inglesi e l’entusiasmo di far parte di questo importante contesto, possano permettere ai biancorossi di staccare un pass per gli ottavi.
E siamo così a 17 società presentate che sono quelle che noi riteniamo più papabili per l’accesso agli ottavi ( con lo scarto di una ovviamente).
Adesso per le restanti 19 utilizzeremo tre formule raggruppando queste squadre: quelle che hanno una possibilità teorica di arrivare agli ottavi e comunque riteniamo che possano accedere ai playoff, quelle che dovranno comunque sudare anche per gli spareggi e che molto difficilmente potranno andare oltre e infine quei Club che possono già festeggiare quanto ottenuto e non possono attendersi altro
PSV – Galatasaray – Benfica – Atalanta -Athletico Bilbao – Ajax – Monaco: 5,5
Diverse di queste squadre meritano decisamente attenzione ed osservate speciali saranno il nuovo Ajax rilanciato da Farioli ma anche il Gala di Osimhen e i baschi dell’Athletic che non sorprenderebbe nessuno ritrovare agli ottavi.
Sporting Lisbona – Union Gilloise – Frankfurt – Olympiakos – Brugge -Villareal – Copenaghen: 5
Discutibile come tutte le valutazioni questa collocazione di alcune squadre che forse meriterebbero di più come Brugge e Sporting ma pensiamo che, anche per club più organizzati, la politica delle continue cessioni dei migliori sia difficile da gestire per rimanere in alto
Qarabag – Pafos – Slavia – Bodo – Kairat: 4
Cinque squadre che giocheranno per l’onore e per l’ orgoglio di rappresentare piccoli territori come Azerbaigian, Cipro, Kazakistan e Norvegia con l’unica valutazione forse severa per i ceki che per noi non hanno chanche di spareggi.