
Malgrado fosse un Paris in maschera, stretto tra una finale Champions dominata lo scorso 31 maggio, una finale del mondiale per club ripudiata il 13 luglio e la trasferta di Nantes di domenica 17 agosto di Ligue 1, nonostante tutto questo pandemonio di impegni dicevamo, la formazione di Luis Enrique prova a far gioco dal primo all’ultimo minuto. Ci riesce poco perché la forma arriverà ben più avanti ma i parigini si fanno forti di due doti indiscusse : un’idea di gioco ben chiara e una qualità di base della rosa acclarata. Appoggiando tali prerogative su una condizione fisica molto precaria è chiaro che l’impegno di Udine fosse ben più difficile del previsto ma, a dire il vero, se il PSG ha potuto superare le sue difficoltà, aggravate da una paperona del suo nuovo guardiaporta, deve sinceramente ringraziare la squadra avversaria che, malgrado congrui investimenti e un continuo valzer di allenatori, non riesce da anni ad andare oltre un’assoluta mediocrità. Che è mediocrità di gioco, di giocatori, di allenatori, di manager, di strategie e progetti. E non parliamo per carità dell’Europa League perché dovremmo raccontare come di due zoppi non si fa certo uno sano. Quindi come un Totthenam che, con attenzione e un pizzico di fortuna, era arrivato all’ottantesimo con due gol di vantaggio e poi si sia fatto scippare questa Coppa non possiamo che decretare la codardia negli ultimi dieci minuti più recupero. Ritrattisi gli inglesi fino ad invitare gli avversari a bivaccare ai limiti dell’area, piano piano i blues sono riusciti a trovare due uomini più freschi e più affamati che hanno in pochi minuti ha o ricucito il gap, segnalando l’inadeguatezza dei giocatori e dell’allenatore che aveva di fronte per poi, logicamente, terminare il lavoro ai fatal rigori. Non si è visto una bella partita a Udine, e non poteva essere il contrario per un evento così mal calenderizzato, ma si è certamente intravisto il ruolo futuro che questi due club svolgeranno nell’anno, calcistico, che sta per iniziare : il PSG non avrà problemi a dominare come sempre la Ligue 1 e si candida certamente ad un ruolo importante nella Champions 2026 mentre nella Premier che nasce a ferragosto gli Spurs faranno ancora da sparring partner per le quattro squadre leader.